10 domande a Jonathan Albon16
Da cui scopriamo che anche il vincitore di OCREC ha il suo tallone d’Achille
Le 10 domande di mudrun.it a Jonathan Albon, il vincitore assoluto degli OCR European Championships 2017, dal 30 giugno al 2 luglio in Olanda, che ha conquistato una doppia medaglia d’oro nella Short Course e nella Standard Course.
Jonathan è un atleta a tutto tondo che ama particolarmente competere nelle corse a ostacoli e nello skyrunning. È stato incoronato Campione del Mondo OCR 2014, 2015 e 2016 e ha vinto la Skyracing Extreme World Series 2016, ottenendo molti altri successi in entrambi gli sport. Con un appetito per l’avventura e spingendo sempre i propri limiti oltre, ovunque le sue imprese sportive lo porteranno.
L’obstacle racer britannico, che vive in Norvegia, ci risponde di ritorno da una vacanza in Valle d’Aosta.
Come hai iniziato a praticare l’OCR? Qual è il tuo background sportivo?
“Nel 2011 ho partecipato alla Winter Tough Guy nel Regno Unito, che è stata la mia prima corsa a ostacoli e da lì ho iniziato a gareggiare sempre di più. Prima di questa competizione correvo solo di tanto in tanto, lo sport con il quale sono cresciuto è lo skater hockey, un hockey su ghiaccio ma con pattini”.
Cosa ti piace di più dell’obstacle course racing?
“Mi piace che ogni gara sia diversa e quindi divertente e interessante. Mi piace anche che la forma atletica necessaria debba essere molto equilibrata, con buona velocità / resistenza e buona forza”.
E il tuo piano di allenamenti? Quante ore al giorno ti alleni e come?
“Mi alleno tra le 15-25 ore settimanali a seconda del periodo dell’anno e delle corse a cui devo partecipare, principalmente su corsa e arrampicata, ma pratico anche molte altre discipline tra cui ciclismo, circuiti, nuoto, snowshoeing (corsa su neve con ciaspole) e sci di fondo”.
Il punto debole di Jonathan Albon è…
“Non sono un bravo nuotatore, mi manca una buona tecnica. Quando faccio un triathlon di solito sono molto dietro dopo la frazione a nuoto”.
Il tuo fattore motivante durante le gare o i tuoi duri allenamenti?
“Mi piace spingere me stesso sempre oltre i miei limiti per scoprire quanto sia in grado di fare. Vorrei perseguire questo obiettivo sempre, con o senza gare”.
Cosa hai apprezzato di più e di meno di OCREC 2017?
“Ho apprezzato molto la sequenza di ostacoli tecnici, la lunga rope traverse ha messo a dura prova i miei avambracci rendendo impegnativi i successivi ostacoli di forza nel grip senza rallentare per consentire un certo recupero.
Non ho molto apprezzato l’inizio pazzo attraverso i fossati. Sono stato bloccato da qualche parte dietro e poi sono rimasto intrappolato in un gruppetto di atleti che è partito troppo velocemente”.
Parteciperai agli OCR World Championships? Chi sono i tuoi concorrenti principali?
“Parteciperò. Negli ultimi anni solo Ryan Atkins ha dimostrato di essere al passo, chi lo sa se anche quest’anno”.
In Italia l’OCR sta crescendo solo negli ultimi anni. Per motivare la gente a provarlo, che cosa diresti loro?
“Direi loro di divertirsi in tutto ciò che fanno: se ti diverti in allenamento, farai di più e quindi migliorerai. Ci sono molte modalità diverse di allenamento, basta trovare quelle che più piacciono. Questo è il motivo per il quale faccio molta più arrampicata che circuiti”.
Quali suggerimenti daresti agli atleti competitivi?
“Di impostare una giusta andatura di gara, le partenze delle OCR sono di solito troppo veloci e questo può rovinare molte corse popolari. Vorrei anche consigliare loro di lavorare sulle proprie debolezze, ma questo può essere molto difficile da fare”.
Conosci una OCR italiana? Ti piacerebbe correrne una?
“Non ho mai partecipato a una OCR italiana, mentre ho gareggiato in alcune skyraces in Italia e ho apprezzato molto visitarla. Forse un giorno verrò a provare una vostra corsa a ostacoli!”