intervista uscita su “RUNNERS e Benessere” di Marzo 2015
a cura di Donatella Vassallo
L’Italian Sport Lab, società sportiva di cui sei presidente, l’anno scorso ha avuto l’ardire di portare in terra toscana la 1ª edizione della Inferno Run, una corsa
nel fango in mezzo a ostacoli naturali e artificiali. Che bilancio puoi tirare di quell’esperimento?
Il bilancio è assolutamente positivo visto l’entusiasmo che ha circondato la corsa prima e dopo e soprattutto durante. Era la nostra prima esperienza da organizzatori ma la partecipazione, così alta e oltre le nostre aspettative, ci ha indicato che la strada, pur fangosa e con ostacoli è quella giusta. Ci ha fatto venire la pelle d’oca riuscire a far divertire mille persone in sicurezza, nel rispetto del Parco che ci ha ospitato, e che hanno soprattutto colto lo spirito di squadra e di altruismo che serve per “attraversare l’inferno”. Nessuno è solo lungo la corsa e le tante foto di mani tese ad aiutarsi lo dimostrano.
Cosa significa, in termini organizzativi, mettere in piedi un evento di questo tipo?
Il nostro primo obiettivo è la sicurezza degli ostacoli, e su questo difatti studiamo e ci prepariamo molto. A differenza delle corse da 10km tradizionali lo sforzo è notevole soprattutto quello logistico, anche perché ci impegniamo al massimo rispetto del Parco che ci ospita. Può non sembrare ma i container costano e pesano, mentre gli pneumatici sono di complessa gestione ecologica. Ci prepariamo con anticipo e cerchiamo di essere molto efficienti nei giorni prima della corsa con squadre di volontari e materiali preparati in anticipo. L’inverno e la partecipazione ad altre corse all’estero ci ispirano. Inoltre possiamo dire con soddisfazione che a meno di 24 ore dall’evento il parco era tornato come se non ci fossimo mai passati, ma questo ancora grazie all’educazione e al rispetto dimostrato anche dai partecipanti.
Che cosa dobbiamo aspettarci per questa seconda edizione, fissata per sabato 9 maggio al Parco dei Renai di Signa?
Per il 2015 Inferno è la prima e unica corsa italiana che vale come qualificazione per i mondiali OCR (Obstacle Course Race) del 17 ottobre a Cincinnati in Ohio (e per il Campionato Italiano Mud Run,nota nostra). La principale novità è quindi la possibilità di correre in maniera competitiva, agonistica ma non antagonistica. In questo modo al girone (nome azzeccato no?) competitivo sarà riservato il primo scaglione di partenza. Le prime venti donne e i primi venti uomini potranno così andare a correre con i migliori mudders del mondo. I gironi successivi sono “tradizionali”, si corre per divertirsi, la sfida è con se stessi e la vittoria è arrivare in fondo! Altre novità sono i servizi di babysitting per i genitori che corrono e la possibilità di formare una squadra con cui correre. A oggi (15 febbraio, ndr) il 78% degli iscritti parteciperà con una squadra e questo conferma che lo spirito della Inferno è stato colto. Anche stavolta ci saranno premi per i migliori costumi, i più fangosi al traguardo, per le squadre più numerose e con più donne. Le donne sono una vera forza, hanno voglia di dimostrare tutto quel che valgono e sfiorano il 30% degli iscritti.
Quali sono i vostri obiettivi in termini di partecipanti?
Ci aspettiamo una crescita e i numeri degli iscritti attuali ci confortano. Ne possiamo accogliere 2500 vedremo se l’entusiasmo sarà contagioso. Noi crediamo di sì.
Che tipo di preparazione bisogna avere per arrivare in forma alla partenza?
Passare dal divano a una mudrun è dura e lo sappiamo. Ma l’Inferno è davvero alla portata di tutti, e lungo il percorso non sarete mai soli; anzi, alcuni ostacoli sono studiati apposta per non poter essere superati senza l’aiuto di qualcuno. Diciamo quindi che una buona base di corsa è consigliata, per capirsi se si fa la deejay ten si può fare anche la Inferno. Poi ci possono essere degli allenamenti più mirati e una preparazione ad hoc. Noi per questo ci siamo affidati ai migliori professionisti del settore, ELAV (società che fa formazione sulle scienze motorie) che si mette in prima linea per la preparazione fisica e tecnica alle gare e ha predisposto programmi di preparazione atletica che aiutano a prepararsi all’Inferno che trovate sul nostro sito. Ma sappiamo che anche altri professionisti del-la preparazione podistica si stanno incuriosendo a questa disciplina e sono in grado di accompagnare gli atleti lungo un percorso di preparazione adeguata. Sicuramente non bisogna aver paura di sporcarsi.
Su quali collaborazioni potete contare?
Come lo spirito della corsa anche noi da soli non potremmo fare molto. Lo scorso anno dovevamo spiegare bene con disegni che cosa volevamo fare perché nessuno conosceva il tipo di corsa. Nonostante tutto alcuni hanno creduto in questa idea. Il giorno della corsa la rete della Protezione Civile si è rivelata fondamentale per l’allestimento del percorso, ringraziamo quindi loro e tutti i loro volontari. Ringraziamo anche il Parco dei Renai e la Cava che hanno messo a disposizione questo paradiso per farne un inferno. Altrettanto fondamentali si sono rivelati i nostri partner Conad, Under Armour e Nencini Sport che ci hanno dato il loro supporto e fornito il materiale necessario a costruire un inferno in terra.
Cosa risponderesti a tutti i podisti che arricciano il naso di fronte a manifestazioni di questo tipo?
Sinceramente non ne ho incontrato nessuno di codesta categoria. Negli USA nel 2014 si stima che 2,5 milioni di persone abbiamo corso una maratona o una mezza mentre quasi 4 milioni sono stati i partecipanti a una mudrun\OCR. Per quanto ci riguarda all’Inferno Run accogliamo tutti, podisti e non podisti, soprattutto quelli che non fanno una cosa nuova da molto tempo. Lo scorso anno molti hanno provato e ora sono i più contagiosi… Le novità fanno sempre fatica a piacere ma questa corsa è così divertente che il principale ostacolo è farla conoscere. La maggior parte di quelli che si sono iscritti finora o l’hanno corsa lo scorso anno o sono stati coinvolti da amici che l’hanno corsa. L’Inferno Run è e sarà sempre più la corsa da correre.
Vi aspettiamo “all’inferno”, per portarvi al settimo cielo.