Oltre ogni ostacolo, anche a 300 km a nord del Circolo Polare Artico. Il 32enne Marco Anelli ci racconta la vita da obstacle runner nei Paesi Scandinavi.
Da 10 anni Marco vive a Tromsø, una città norvegese di 75mila abitanti a 2 ore di volo da Oslo, dove lavora come insegnante (matematica, scienze e ginnastica, ma laureato in fisica molecolare) alle scuole superiori. Oltre a essere tra gli Asics Frontrunner Scandinavia/Norvegia, è membro di OCR Norway, un’associazione di atleti con sede nella capitale. Attraverso il racconto della sua esperienza, abbiamo parlato anche dell’obstacle racing in Norvegia, Svezia e Danimarca.
Marco, come ti sei avvicinato alle OCR? E come ti alleni per le gare?
“La mia prima OCR è stata Toughest a Stoccolma nel 2015. Vivevo già da tempo in Norvegia, mi intrigava questa sfida e mi son divertito da matti nonostante zero tecnica sugli ostacoli. Ancora ricordo che in albergo chiacchieravo della gara con Albon, che vive a Bergen, senza aver idea di chi fosse. A Tromsø non ci sono centri di allenamento specifici o campi a ostacoli, ma montagne a non finire 4 mesi all’anno senza neve. Per il resto dell’anno mi dedico alla corsa in piano o con scarpe chiodate e sci di fondo. In Norvegia ci sono montagne ovunque e le opportunità per allenarsi sulla corsa sono enormi. Il mio problema sono i costi e i tempi di spostamento per gareggiare in Europa. Riesco a gareggiare 10/15 volte all’anno e, pur pagando il fatto di non allenarmi sugli ostacoli, generalmente concludo nei primi 10 posti“.
Quali differenze noti tra atleti scandinavi e italiani?
“La cultura scandinava per l’attività fisica è diversa rispetto all’Italia. Specialmente in Norvegia ma anche in Svezia, dai bambini dell’asilo passando per tutte le generazioni fino agli anziani, c’è l’abitudine di stare e fare sport all’aperto. Può essere una passeggiata in montagna o una tradizionalissima gita sugli sci, il meteo conta poco, basta coprirsi con i vestiti adatti. Anche per questo gli atleti scandinavi sono abituati a condizioni ambientali e climatiche ostili e difficilmente a disagio in presenza di fango o freddo, ma più in sofferenza con il caldo“.
Cosa pensi del movimento OCR in Norvegia?
“La Norvegia resta ancora un passo indietro rispetto a Danimarca e Svezia, anche se sta recuperando velocemente. Conta la metà degli abitanti della Svezia (5 milioni), sparsi su un’area che è 3 volte l’Italia, e questo di per sè crea difficoltà. Allo stesso modo ci sono gare sorte negli ultimi anni, come Beast OCR, Bootcamp Hønefoss e Northman OCR, che sono di livello e stanno sviluppando i primi centri di allenamento, senza contare ovviamente le tappe norvegesi di Toughest e Tough Viking. Parliamo del sud della Norvegia. Qui, a 1.000 km a nord, sono praticamente l’unico appassionato. Sono convinto che nel breve periodo ci saranno parecchi atleti di valore norvegesi. Lo sci di fondo è come il calcio in Italia e a livello agonistico prepara in maniera eccellente alle OCR in quanto allena la resistenza ma potenzia anche la schiena, le braccia e gli addominali, mantenendo un fisico asciutto. Se qualcuno decidesse di dedicarsi seriamente alle OCR potrebbe fare molto bene. Dagli Europei in Danimarca è anche nata NOCRA, l’associazione di rappresentanza nazionale del movimento, pari alla Federazione Italiana OCR“.
Quale è la situazione in Danimarca e Svezia?
“In Danimarca è molto sviluppato, ci sono numerosi centri di allenamento, tanti partecipanti e condizioni climatiche più miti e favorevoli. In Svezia il numero di appassionati è decisamente elevato, Toughest è nata a Malmo e ha costruito un proprio centro di allenamento nella stessa cittadina. Ultimate OCR, Action Run, Tough Viking, Military Fitness Sweden sono tutte gare svedesi che hanno poco da invidiare come organizzazione e ostacoli alle migliori al mondo. Il numero di atleti di livello in Svezia è impressionante. Arrivare nei primi 20 in una gara in Svezia, come anche in Danimarca, vuol dire figurare benissimo nella categoria Elite del Campionato Mondiale. In questi Paesi molti giovani praticano lo sci di fondo. Non è certo un caso che David Nordstrom, Ludwig Wergmaster e compagnia siano buoni fondisti”.
Come è andato il tuo 2018 da atleta? Obiettivi per il 2019?
“L’anno è cominciato con 3 mesi di tendinite al tallone d’Achille per cui zero corsa ma solo sci di fondo. Arrivare nei primi 10 alla OCR Series di fine maggio mi ha fatto capire di aver recuperato un buon livello. Le migliori prestazioni alla OCR Series di Francoforte e alla Beast di Berlino. Con un po’ più di allenamento specifico sugli ostacoli e senza 90 burpees a Berlino ero a giocarmi il podio. Per il 2019 sto pensando di gareggiare per l’Europeo Spartan Race ad Alleghe. Adoro le Dolomiti, ci vado sempre in ferie. Non sono a livello dei migliori per giocarmi il podio ma punto sempre a restare nei primi 10 della classifica”.