OCRA UK CHAMPIONSHIP 2016
La nazione regina delle OCR è il Regno Unito
La alleanza delle OCRA europee porta a viaggiare e a trovare conforto (fango) e divertimento (ostacoli) nei posti più sperduti di ogni nazione.
A differenza dell’Italia UK non ha un campionato che dura tutto l’anno ma una corsa secca a fine anno che determina il campione.
Eravamo già stati ospiti della OCRA UK lo scorso anno e abbiamo accettato l’invito a che per questo 2016. Anche perché nel 2017 questa corsa non si terra per allineare il calendario delle OCR e tornare invece nel 2018 attorno a marzo.
La corsa
C’erano i migliori atleti inglesi che si sono qualificati correndo nelle varie corse del Regno Unito, ci potevano essere atleti selezionati ed erano ammessi anche stranieri che vivessero da almeno tre anni in uk. Quindi a differenza dell’Italia non c’è un circuito che da punti per una classifica finale ma una corsa secca che stabilisce la Campionessa e il Campione.
Le regole, le famose regole che tanto preoccupano chi corre in maniera competitiva questo corse, erano la prima novità. In realtà neanche queste per noi italiani erano così nuove perché erano già state provate dalla Federazione e dal Campionato alla Anthares World Race.
Ad ogni atleta viene dato un pettorale e due braccialetti. Gli ostacoli sono obbligatori, ovvero vanno superati tutti.
Se si fallisce l’ostacolo viene tagliato un braccialetto.
All’arrivo ci saranno due corsie, una per chi ha conservato entrambi i braccialetti oppure li abbia persi entrambi e una per chi ne avesse tenuto uno solo.
Chi ne avesse tenuto uno solo a duecento metri dal traguardo trovava un ostacolo supplementare, un giro piuttosto lungo con un pneumatico. Si, esattamente quello della Anthares.
La priorità in classifica viene data a chi ha due braccialetti indipendentemente dal tempo di arrivo.
Il risultato è stato una corsa fluida coadiuvata, al solito in UK e nelle OCR, da marshall gentilissimi e pronti. Ogni tanto ti offrivano anche una gelatina di frutta, cosi come regalo…
Ha vinto Tristan Steed e, per la seconda volta consecutiva, Freya Martin, rispettivamente in 1h 32′ e 1h57′
Solo 53 dei 604 partecipanti hanno superato tutti gli ostacoli. In 243 hanno fallito almeno un ostacolo, altri 311 invece ne hanno falliti almeno due e si sono presentati al traguardo senza più alcun braccialetto. Di fatto gli ostacoli sono stati completati dal 8,5% dei partecipanti, solo uomini.
Come dire, era difficilina forse. E questi erano i migliori…
Gli ostacoli
Molti degli ostacoli erano una sorta di mostra-e-dimostra di altre corse del Regno Unito. Moltissimi sono stati i muri di varie altezze, inclinazioni e difficoltà.
Quelli piu impegnativi che hanno tagliato via più braccialetti sono stati sicuramente gli anelli ninja in cui si deve superare una serie di pioli usando due anelli senza toccare terra e la MultiBar finale da (15 metri misurati) dove il freddo per l’attesa giocava ha giocato sicuramente un ruolo importante.
Ecco, il freddo è stato un grande protagonista ma era atteso. Anche se poi quando arriva, nel mio caso ho battuto i denti dal decimo km, ovvero quando dopo aver fatto un gelido bagno nel lago siamo dovuti uscire dal bosco e inerpicarci per la collina sferzata dal vento. In cima ci aspettava un giro da 1km con la sandbag su e giù dalla collina e con bei tratti di fango. Ah, la sandbag non so quanto pesasse ma ho cercato online e quella regge fino a 40kg…purtroppo non avevo una bilancia con me.
Gli altri ostacoli erano oramai dei classici che non potevano mancare in un campionato come quello inglese quindi abbiamo incontrato slack line, corde verticali, corde orizzontali (quelle col tuffo obbligatorio nel lago freddissimo), trasporti vari, reti cargo, salti e appigli. Insomma un gran bel parco giochi.
Da notare
Anche quest’anno erano presenti i ragazzi di No Fear On Wheels che in una vistosa maglia rosa hanno accompagnato Shaun Gash e la sua carrozzina sui 17km del percorso. Vi ricorda qualcuno?
Come già lo scorso anno assieme agli altri amici del continente eravamo ta i pochi a NON indossare il Dryrobe. Oramai è diventato un #maipiùsenza (ne avevamo già parlato) che ci fa distinguere dagli amici inglesi. Un poncho imbottito di pile e spugna e da indossare sopra la tenuta da gara, tipo l’accappatoio di Rocky Balboa. Da notare che costa sopra le 120 sterline… Se volete ve ne prendiamo un paio la prossima volta da usare in qualche OCR locale ad agosto…(pagamento anticipato, grazie).