OCR European Championship
Questi Campionati Europei OCR (OCREC) sono stati un fatto nuovo e una emozione enorme per tutti, per la comunità degli atleti, per le loro famiglie, per le organizzazioni che hanno partecipato, per le associazioni e per il futuro di questa disciplina in Europa e anche a livello mondiale
GLI OCREC
Gli OCREC sono stati il primo Campionato Europeo indipendente nella storia delle Obstacle Race. Forse dobbiamo sottolineare il valore del termine indipendente visto che al momento moltissime corse sono di fatto dei brand e dei marchi. La corsa di domenica 12 giugno era aperta a tutti gli atleti che si fossero qualificati nel corso dei precedenti 9 mesi (solo 9 perchè è nato tutto nel settembre 2015). Le corse di ogni paese hanno qualificato gli oltre 600 atleti che si sono dati appuntamento a Berendock. Il livello sportivo di ogni paese è abbastanza chiaro, con l’Europa del nord a guidare per numero di eventi e partecipanti e paesi come l’Italia dove siamo agli inizi ma stiamo crescendo come qualità degli atleti e anche come organizzazioni. Se pensate che organizzare una corsa a ostacoli sia facile e bastino 4 volontari allora non potrete apprezzare lo sforzo collettivo di OCRA BENELUX che ha creato un evento da zero e lo ha portato in fondo con la soddisfazione di tutti. Certo, come ogni prima volta ci sono cose da migliorare ma la strada è giusta. Le partenze a scaglioni hanno ad esempio messo in difficoltà chi è abituato ad avere accanto gli atleti più forti. Possono andare bene ma nelle prime batterie dovrebbero partire gli atleti piu forti.
LA CLASSIFICA
Stavolta la corsa era competitiva e allora vediamo che cosa hanno combinato gli italiani che sono riusciti a tenere al polso la BAND e che non se la leveranno più per mesi. Vi possiamo assicurare che meritano tutta la vostra stima per quello che hanno dimostrato, indipendentemente dalla posizione in classifica. BRAVI!
Il primo della categoria ELITE è Eugenio Bianchi, undicesimo e primo degli italiani, seguono Stefano Colombo (15), Ansacov Veaceslav (64) Andrea Del Piano (76) William Sinigaglia (80) e Simone Spirito (al momento senza tempo ufficiale). Nessuna donna italiana è tra le 14 (delle 146 partecipanti) che hanno tenuto la band ma la tenacia di Giada, Ginevra, Ilaria, Agnese, Adele e Ioana merita tutto il nostro rispetto.
Notevoli davvero anche le prestazioni degli italiani che hanno lottato negli age group Rigers Kadija (decimo, 20-24), Ivan Sinigaglia (29simo, 25-29) e Federico Cardelli (nono, 45-49).
LA BAND
è stata la prima volta in cui molti atleti italiani hanno corso con la band. Per chi ancora non avesse compreso, la band era quel braccialetto blu che se indossato ancora a fine corsa significava aver superato ogni ostacolo. Bene, questo ha portato ad un deciso cambio di atteggiamento di molti atleti. Abbiamo visto atleti fermi agli ostacoli per recuperare le forze e tentare di superare quel singolo ostacolo. Il percorso era davvero duro e richiedeva molta forza e molti muscle-up che hanno stancato e spossato la maggior parte dei partecipanti.
La preparazione fisica doveva unirsi alla tecnica e alla determinazione. Se anche uno solo di questi tre pilastri veniva a mancare crollava tutto il castello e con quello la band.
Anche in Olanda, come nelle corse del campionato, i giudici segnavano su un taccuino i pettorali di tutti coloro che fallivano l’ostacolo, anche dopo che avevano perso la band. Dove era la differenza? Che di giudici per ogni ostacolo ce ne erano 6 per poter controllare adeguatamente. Anche in questi OCREC poi si è visto come in ogni caso il singolo giudice può con la sua decisione (errata) determinare un risultato. Ricordiamo quindi che un giudice può sbagliare, proprio come un atleta.
Dunque è stata la prima volta che cosi tanti atleti italiani hanno gareggiato con il sistema di braccialetto E penalità. Chi ha provato a superare ad esempio l’UFO (che tanti lutti addusse agli achei, assieme ad altri #bandkiller) sa che si può stare tanto tanto tempo a provarlo per dimostrare a se stessi che ce la si può fare. Cambia la mentalità, al solito si può vincere ma se si impara non si perde mai. Abbiamo anche visto come la gestione delle penalità sia poi la stessa del campionato ma gestita con un numero maggiori di giudici. Abbiamo visto come per avere la classifica che contenga le penalità occorra del tempo visto che è una attività da fare con attenzione.
IL PERCORSO
Erano 50 ostacoli e 15km. La base era il percorso della STRONG VIKING da 19km ma su questo sono stati inseriti ostacoli nuovi e impegnativi.
Il primo a mietere vittime è stato l’UFO, una corda da salire ostacolati da un disco di circa 60cm di diametro e che arriva dopo fango e passaggi in acqua. Una serie di ostacoli a treno cioè composti da piu ostacoli. Erano di legno e prevedevano passaggi principalmente di forza ma anche di tecnica. L’ultimo ostacolo ad esempio rientra in questa categoria. Gli ostacoli creati ad hoc per OCREC si sono rivelati dei veri #bandkiller.
Date una occhiata al video di Luis Barbe arrivato settimo
In generale la forza della parte superiore del corpo era messa a dura prova in condizioni di equilibrio precario o dopo altri sforzi. Ad esempio dopo un trasporto peso in salita, in cima alla collinetta (accanto si intravedevano le piste da sci olandesi, si ci sono piste da sci in Olanda) si trovava un muro di legnodove erano necessari due muscle up potenti.
Il fango poi sarebbe da importarlo per la elevata qualità.
Non sono mancati i classici di Strong Viking come il Flying Ragnar (meno semplice di quel che sembra) e il Fjord Drop (divertente e davvero ripido).
LA NAZIONALE
Eh già, é stata la prima volta della Nazionale Italian Mud Run . Sono stati selezionati otto atleti (visti i risultati il selezionatore ha deciso di aggiungere al Team anche Cristian Rossetti un paio di giorni prima della corsa). Sono stati selezionati sulla base dei risultati e sulla base delle loro potenzialità. Sono stati rivestiti di una cotta di maglia (un grazie enorme a I-eXe che ha lavorato notte e giorno per consegnare le maglie) per poter affrontare draghi, scalare castelli e portare alto il nome del nostro paese. Si sono comportati tutti egregiamente, dando tutti molto piu di quello che avevano e qualche soddisfazione se la sono tolta. Il livello della corsa era elevatissimo e possiamo quindi fare meglio ma l’esperienza ha solo stimolato la squadra e le ha dato consapevolezza nei propri mezzi indicando anche in che direzione ogni atleta può fare meglio. E poi vedere otto atleti strepitosi indossare una maglia bellissima con i colori italiani è una emozione che chi era li non dimenticherà mai. Eravamo gli unici a formare un vero team nazionale con una divisa unica, siamo piccoli ma diventeremo molto grandi. Grazie!
LA COMPETIZIONE
Inoltre è stata la prima volta che cosi tanti atleti italiani si sono cimentati contro (ma anche assieme) ad atleti stranieri e ciò è bene. Abbiamo capito che abbiamo le potenzialità ma che la disciplina ha anche bisogno di mezzi per poter crescere. Corse migliori, ostacoli piu impegnativi, palestre attrezzate e come al solito maggiore attenzione per poter sostenere questa crescita. Tanti gli atleti che si sono portati a casa la band con loro grande soddisfazione. Anche loro, come i ragazzi della nazionale, hanno tenuto fede all’impegno di rappresentare alla grande la nostra nazione.
LA ALLEANZA EUROPEA (e mondiale)
è stata la prima volta che le Associazioni OCR nazionali si sono incontrate di persona. Ed è stato anche il debutto della Federazione Italiana OCR come attore su questo palcoscenico. Non è un fatto banale, dopo mesi di lavoro sotterraneo ed elettronico l’Alleanza si è ritrovata attorno ad un tavolo (rotondo, guarda caso) e sono stati fatti passi avanti per la disciplina e per lo sport. La parte più incredibile è come persone che non si sono mai incontrate siano riuscite a lavorare cosi bene in poche ore. Si tratta della dimostrazione dei valori dello sport e di questa disciplina in particolare che spinge ad aiutarsi l’un l’altro. Cosi come all’arrivo, all’ultimo ostacolo, il tifo e gli applausi e gli OOORRRAHHH erano per ogni atleta indipendentemente dal colore della sua casacca (e comunque le nostre erano le piu belle, anche da infangate). La nostra disciplina preferita sta facendo passi enormi in poco tempo. Restate sintonizzati, il meglio deve ancora venire.