di Fabrizio Magrini
Tough Guy, ci sono ricascato sono ancora
a Perton (UK) con il pettorale 749 della Tough Guy Original
in effetti non potevo mancare avevo un conto in sospeso con questa brutale OCR e poi vuoi perderti la 30esima e ultima edizione della madre di tutte le MUD-RACE? Direi di NO….
Quest’anno sono preparato sia fisicamente che mentalmente, tre edizioni precedenti mi hanno dato un bel po’ di esperienza, solito inverno passato poco coperto e test termico fatti come d’obbligo, ancora una volta insieme al Coach Bertolazzi con i CBS Tough Racer e al mio socio Mauro, bagno in cava alle 9 di sera mentre cadeva la neve e a terra c’era ghiaccio, si prova l’ebrezza del petto nudo e capisco due cose: non è neanche così tragico come sembra ma la prestazione potrebbe risentirne, quindi per fortuna i ragazzi della i-eXe ci forniscono una tecnologica e avveniristica maglia tecnica con i colori Nazionali , che ci aiuterà ad affrontare al meglio questa sfida sia fisicamente che moralmente, portare il tricolore ad una gara che vede presenti 42 Paesi è un Onore enorme. GRAZIE!
Il giorno prima
Arrivando il giorno prima per il ritiro dei pettorali notiamo un Monkey bar folle! Alto 5/6 metri lungo una ventina senza nessuna protezione e quasi alla fine del percorso, chiacchierando con i ragazzi del Coach Meson incontrati sul campo deduciamo che i corpi dei “caduti” faranno da materasso. .. Con Mauro continuiamo il giro di perlustrazione, dopo aver appurato che la cosa quest’anno sarà molto più lunga delle volte precedenti il sole toglie spazio alla pioggia e ci regala un surreale doppio arcobaleno sul Killing Fields .
Clima
Fa freddo ma quest’anno il vento è clemente e quando sei bagnato è meglio che non sia ostile, ci si cambia come da tradizione nelle stalle dei cavalli della fattoria di Mr.Mouse , il visionario inventore della TOUGH GUY ORIGINAL precursoe delle MUD RUN e OCR, l’ambiente non è dei più salubri ma questo è solo l’overture.
C’è un ritardo nella partenza, il numero elevato degli iscritti dell’ultimo secondo fa slittare il tutto di un’ora e la partenza non avviene come di tradizione in discesa, 5000 sono tanti.. decisamente tanti.
La gara
GOOOO neanche me ne accorgo e siamo partiti a tuono come al solito, non importa quello che mi aspetta, ora bisogna andare per lasciare indietro più gente possibile, le file agli ostacoli sono alleate dell’ipotermia.
Affrontiamo i “classici” ostacoli rivisitati con un tocco abbondante di sadismo… il Rabbit Hill era solo 21 volte su e giù per la collina e il contatto con l’acqua è decisamente aumentato, tubi mezzi allagati, scivoli con idranti per aiutarti a mantenere il mood.
Un numero di trincee esagerato, penso siano state più di 30 ha distrutto molte gambe e segnato molte anime, l’intenzione di riprodurre le condizioni di combattimento della prima Guerra Mondiale è decisamente riuscita.
Non mancano ovviamente il The Tiger e Chamber Torture, il posizionamento di ogni ostacolo non è a caso, è studiato per piegare la tua volontà; arriva anhce il momento del temuto Under Water Tunnel, semplice cinque pali a filo d’acqua tu li devi superare , pensi “va beh sarà freddo ma si fa” ma poi quando sei sotto ti rendi conto che il freddo ti blocca tutto e ti muovi al rallentatore sott’acqua e quei pochi centimetri diventano lunghissimi , ok ne mancano ancora 4! Finito? Sali a 12 metri e passa oltre la Porta di Brandeburgo, vedrai che brezza lassù! E continua ..continua
Chiudo in 2:45 ad un’ora dall’ Implacabile Jon Albon che si porta a casa anche questa gara, un atleta affascinante, vedere i video di come affronta la gara è poesia. Mauro porta il Tricolore sotto il traguardo 25’ prima di me… Bro okkio ti vengo a prendere! L’ultimo cronometrato chiuderà in 5:00… Alla fine si conteranno quasi 1000 ritiri
Che cosa resta
Ripenso a cosa può fare al tuo animo una gara del genere, rispondere a domande come perché la fai, che cosa vuoi dimostrare?
La risposta è, dimostrare a me stesso che cosa posso fare!
L’intensità è elevatissima già dal primo minuto, non fai in tempo a controllare una fobia che ne arriva subito un’altra. Corpo e anima vengono scossi per tutto il tempo, gli ostacoli non sono tecnici ma logoranti, questa formula fa desistere in media un quarto dei partecipanti .
Per quanto mi riguarda me, mi rafforzo ogni volta e scopro che l’asticella dei miei limiti si sposta sempre più in alto.