Dai torrenti di montagna fino al trampolino olimpico
Quando Veaceslav “Slava” Ansacov mi spiegò al telefono il progetto della Original Gram mi conquistò con la frase : “Voglio fare una gara che sia in una location spettacolare, con ostacoli più difficili del solito e alla fine… voglio che ci sia un trampolino Olimpico da scalare”
In effetti la location della gara era davvero spettacolare.
Infatti l’iniziativa della Original Gram é a dir poco lodevole. Riportare alla luce impianti Olimpici, ereditá di Torino 2006, rimasti inutilizzati. Impianti costati a noi cittadini 34.3 milioni di euro e poi abbandonati.
Molti dei partecipanti alla gara infatti, sottoscritta compresa, hanno alloggiato nell’hotel adiacente al trampolino, il “Jumping Hotel”, una bellissima struttura da 120 posti letto. Anche questa, purtroppo, poco utilizzata dopo le Olimpiadi.
La gara
La gara, costituita da due diversi tragitti : 5 km e 14 km poteva essere affrontata sia nella wave competitiva che non competitiva.
La differenza tra competitiva e NON era proprio il trampolino finale da risalire, il più velocemente possibile, per essere tra i primi 10 concorrenti che si sarebbero conquistati una delle 10 medaglie “custom made” diverse dalle altre.
Il percorso era veramente meraviglioso. Gareggiare in giro per gli Stati Uniti mi permette sempre di meravigliarmi di quanto spettacolari siano certi paesaggi. Ma la veritá è che la nostra bellissima Italia ha delle location altrettanto mozzafiato… in tutti i sensi!
Il percorso infatti era strutturato in modo da avere più di 500 mt di dislivello, dentro e fuori al bosco, attraversando il torrente, con più di 30 ostacoli da superare.
Gli ostacoli, creati da Slava in persona, sono stati una piacevole sorpresa. Pur essendo assolutamente fattibili per un atleta allenato, si sono visti ostacoli nuovi in Italia. Mi ha fatto davvero piacere trovare una versione ridotta del famoso “Tip of the Spear” della mia (ahimé ormai EX) gara preferita, Battlefrog.
Anche la versione del muro “spezzato” in due parti é stata davvero una bella sorpresa. Per non parlare della monkey bar, la monkey bar con gli anelli e la cargo net da superare, gli ostacoli di balance… insomma… 10 e lode.
L’organizzazione
Come sempre, il “bello della diretta” di qualsiasi organizzazione, tende a riservare imprevisti .
E nonostante gli organizzatori abbiano fatto il possibile per evitarli, anche loro hanno dovuto fare i conti con avvenimenti inaspettati.
Innanzitutto partiamo con tutte le cose che hanno funzionato bene. Iscrizione alla gara e ritiro del timing chip e del pettorale é stato, come si dice qui, Flawless. Liscio come l’olio. In meno di 10 minuti eravamo pronti con il chip giá fissato alle scarpe e il nostro sacchetto con alcuni gadgets (che fanno sempre piacere).
“L’area festival” con gli stand aveva addirittura una tenda dove gli atleti potevano ricevere un massaggio muscolare pre o post gara.
La location bellissima e il terreno ancora di più.
Gli ostacoli erano belli, fattibili e dimostravano la volontà degli organizzatori di fare qualcosa di diverso.
Il trampolino finale é stato davvero la parte che ho preferito. Terminare una gara con la parte più dura come gran finale fa si che gli atleti debbano tirare fuori più grinta e determinazione proprio nel momento in cui generalmente le energie vengono meno. Una fine “strong” rende sempre la gara più combattuta e alcune volte riserva esiti inaspettati.
Nella categorie del “il bello della diretta” possiamo inserire la partenza dei 5km che purtroppo ha avuto un intoppo facendo si che alcuni atleti abbiano allungato il proprio percorso.
Per quanto mi riguarda la MIA gara é andata benissimo. La segnaletica per la 14 km era perfetta, non ho trovato nessuna coda agli ostacoli e mi sono davvero goduta la compagnia di altri grandissimi atleti.
I giudici di gara, pur essendo stati istruiti con molta attenzione non avevano troppo chiaro il superamento di un ostacolo come quello che per comoditá chiamo il “Tip of the spear”. Un ostacolo composto da due muri inclinati da superare orizzontalmente utilizzando per il primo tratto i blocchi di legno e per il secondo tratto delle corde.
Questo ha fatto si che molte persone abbiano superato l’ostacolo attaccandosi direttamente alla struttura in alto, saltando corde e blocchetti, “vanificando” cosí lo scopo dell’ostacolo stesso.
Qui come sempre la responsabilità è 50/50 . Perché diciamocelo. Se sei in grado di fare quell’ostacolo come va fatto non ti viene in mente di attaccarti alla struttura. È quando sei in difficoltà e nessuno ti dice “no quello non lo puoi fare” che ti dici nella testa “beh se si può fare anche cosí allora…” . Perchè è vero che i giudici hanno dato per buoni i passaggi all’ostacolo pur tecnicamente NON facendo l’ostacolo ma è anche vero che siamo stati noi a scegliere come superarlo.
..quindi
A me piace mettermi alla prova. E devo dire che uscire dalla mia “zona di comfort”, non affidarmi solo alle cose che mi riescono bene, provare ed essere disposta anche a fallire a volte, mi ha sempre dato risultati. E mi ha portata dove sono oggi. E sono decisamente fiera di dove sono.
Il mio giudizio finale su questa gara?
Penso che il fatto che l’organizzatore (Slava Ansacov) sia un obstacle racer con un bel po’ di esperienza alle spalle (membro della Nazionale Italiana OCR ) e tanta passione ma soprattutto UMILTA’ abbia fatto totalmente la differenza in questa prima edizione ma soprattutto fará la differenza nelle prossime.
Si perché le persone come Slava e il suo Team sanno esattamente quali sono i punti su cui migliorare perché loro per primi amano correre queste gare.
La Original Gram per me merita al 100% di diventare una tappa del Campionato Italiano MUD RUN e un appuntamento che nessun amante di questo sport vuole perdere.
Supportare le gare come l’Original Gram, e non solo, è ciò che permetterà a questo sport di crescere, essere sempre più conosciuto e soprattutto di attirare sempre più partecipanti.
E non é detto che alla prossima edizione io non prenda un aereo per venire a partecipare… o a fare da giudice… chissà… 😉