TRIFECTA
Di Marco Ravizza
un nome, una sigla o quasi un’ ideale sportivo per chi gareggia nelle Spartan Race ovunque nel mondo.
Ma di cosa di tratta?
E’ l’insieme di tre gare su differenti distanze da completare in un giorno (trifecta day), due giorni (trifecta weekend), oppure, con più calma, nell’ arco di dodici mesi.
Queste competizioni di svolgono in genere su medesimi tracciati opportunamente allungati o accorciati a seconda che si tratti di una Beast (circa 21 km), una Super (15) o una Sprint (5/6). i percorsi sono altresì resi complicati dalla presenza di ostacoli naturali (fossi), artificiali (strutture in sospensione) o trasporti di vario genere (secchi di ghiaia), ne ho citati solo alcuni giusto per fare un esempio per i neofiti.
Le “Spartan”, come dicevo, sono presenti in quasi tutto il mondo, anche l’ Italia ospita diverse gare e nel 2018 anche i Campionati Europei; nel 2018 ho concluso la mia prima Trifecta, tra Maggiora e Taranto; ne faccio per scelta solo una a stagione in quanto sono impegnato in altri campionati e circuiti OCR in Italia e all’ estero.
Il 2019 non ha in calendario ne’ un Day ne’ We del genere (in Italia), quindi, complice anche la possibilità di organizzarmi la vacanza in un luogo stupendo mi sono iscritto al Trifecta Week End alle isole Hawaii, precisamente nell’ isola di Oahu all’ interno del Ranch Kualoa.
Al di la dell’ aspetto agonistico è stata un’ esperienza coinvolgente ed entusiasmante già dal ritiro del primo “pacco gara”; ci si sente subito parte dell’ evento ed è molto facile famigliarizzare con altri atleti: la maggior parte Americani ovviamente, ma anche Tedeschi, Francesi, Australiani, Messicani, Neozelandesi, Polacchi, Spagnoli, Ungheresi, Belgi, Giapponesi, Svizzeri, Canadesi e Coreani.
L’ evento-festa, inizia il venerdì pomeriggio con l’ Open House.
Ovvero l’ apertura del villaggio dove si trovano i punti per le varie registrazioni, vari ristori, l’ immancabile vendita di merchandising e dove inoltre si ha la possibilità di testare gli ostacoli finali alla presenza di coach esperti pronti a dare qualche consiglio.
La giornata si conclude poi con una cena sotto un tendone appositamente allestito.
Le gare si tengono invece sabato e domenica: si comincia con la Beast con gli atleti “elite”, poi i vari “age group” e infine gli “open” ovvero chi partecipa per il piacere e la soddisfazione personale di finire la competizione senza l’ aspetto agonistico.
E’ stata una gara di poco meno di 22 km con 35 ostacoli dislocati su un percorso impegnativo ma allo stesso tempo spettacolare; il ranch il luogo dove sono stati girati parecchi film trai quali Jurassik Park.
Quello che più mi ha colpito è lo spirito degli atleti, tutti a prescindere, la voglia di mettersi in gioco senza pensare troppo alle proprie qualità o attitudini sportive.
Io ho terminato la gara in poco più di 4 ore, alcuni in 9 ore e oltre, il vincitore in 2 ore e quaranta minuti !!!!
La “lunga” è la gara che preferisco perché ho la possibilità di gestirmi al meglio e soprattutto colmare con la corsa ciò che perdo nei trasporti; in tante esperienze agonistiche non ho mai affrontato salite e discese simili a queste: scenario mozzafiato e percorso veramente tosto.
Domenica le altre due gare, nell’ ordine la Super e la Sprint, come detto su medesimo tracciato, ovviamente accorciato. Grande differenza l’ ha fatta anche il meteo in quanto la presenza di un sole battente ha creato qualche problema in più; gli organizzatori sono stati bravi nel prevederlo dislocando sul tracciato diversi punti acqua e ristoro.
Ho concluso la terza gara stremato, ma consapevole di aver “dato tutto”, la testa aiuta tanto in queste competizioni estreme. Parlare al proprio corpo, soprattutto nei momenti di crisi, e ce ne sono stati, è fondamentale per andare avanti e mai fermarsi se non per nutrirsi ai ristori. Ho attinto a tutte le energie a mia disposizione e ne sono orgoglioso, i risultati mi hanno premiato con un secondo, sesto e quinto posto.