Winter Spartan Race
Valmorel 23 gennaio 2016
Prima
L’organizzazione è stata impeccabile. Pochi minuti per ritirare il pettorale, pochi minuti per lasciare la borsa ed eravamo pronti. Ehm, … pensavamo di essere pronti.
La verità? pochissimi erano davvero pronti per la prima Winter Sprint Spartan Race della Europa occidentale.
Ricapitoliamo. Quello che si sa è che una Spartan Race è una corsa (tenete presente questo punto) con degli ostacoli (tenetelo a mente, serve dopo). Chiaro. Lo sapete tutti.
Si sa anche che una Spartan Race può avere salite, discese, ostacoli di ogni tipo. L’ostacolo si può tentare una volta, se si fallisce la penalità è eseguire 30 burpees. Cristallino, no? Come la neve.
Quello che nessuno sa mai è il percorso esatto, la disposizione degli ostacoli. Di qui il motto, “you will know at the finish line”. Non fa una piega.
Quello che nessuno sapeva era quanto sarebbe stata dura. Nella nostra intervista il Direttore della Corsa Olivier aveva fatto passare qualche indizio ma come al solito occorre saper leggere. Non sapevamo leggere cosi bene.
La corsa è stata dura. Quanto dura? La fatica è sempre soggettiva, ma per fare 9 km il vincitore (poi ci torniamo) ha impiegato 75minuti, significa 8 minuti a chilometro, per uno che è in grado di correre a 3 minuti a chilometro fa una bella differenza.
Problemi che sembravano problemi e invece non lo erano
ABBIGLIAMENTO
Molti i dubbi su come correre una Spartan Race sulla neve. Di fatto si corre come col freddo, coperti ma non troppo. Morale l’abbigliamento non dovrebbe essere stato un problema. Se vi siete coperti troppo avete sudato, se avete sudato vi siete coperti troppo. Se avete avuto i piedi freddi o bagnati (prima del fiume, s’intende) le scarpe o i calzini non erano adeguati. Se scivolavate sulla neve le scarpe non erano adeguate. La nostra scelta della Mizuno Mujin2 si è rivelata valida su tutta la linea, caldo e tenuta.
METEO
Non era freddo. Era una delle migliori temperature che si potesse avere, piu caldo avrebbe sciolto la neve bagnando di più i piedi. Piu freddo poteva andare bene lo stesso. Se ci fosse stato il sole un paio di occhiali avrebbe potuto far comodo per evitare di essere abbagliati.
NEVE
la neve, non era battuta sulla maggiorparte del percorso e questo ha reso faticoso il tutto. Scendere come sa chi fa trail è più faticoso che salire. E decisamente piu pericoloso. La prudenza era necessaria. Se vi fanno male i polpacci significa che la vostra preparazione forse non è stata adeguata. Provate a correre in salita. Se non avete salite vicino casa perchè vivete al centro del lago salato allora potete usare scarpe zerodrop e\o barefoot che stimolano e allenano i vostri polpacci. Se sulle salite (oltre 5 km) avete solo camminato forse dovete aggiungere una parte di corsa all’allenamento.
Difficoltà vere
NEVE
Prima difficoltà, correre sulla neve. Lo dicevamo prima, la neve tiene poco, la salita è stata dura per tutti. La scarpa (e dopo ne parliamo) ha fatto la differenza. Anche il piede doveva restare caldo. Un calzino in più o più caldo poteva fare comodo. Alcuni di noi hanno corso con i GOCOCO a compressione. Possono aiutare.
SALITA
In effetti il percorso ha avuto un ostacolo principale che è stato la croce e delizia di tutti gli spartani, la salita. A parte i primi veloci saliscendi che hanno solo scaldato le gambe la vera salita unica di circa 5km con un dislivello positivo di oltre 600m è stata l’ostacolo principale per molti e ha determinato la selezione.
OSTACOLI
Monkey multipla, corda e fiume gelato. Forse questi gli unici ostacoli davvero impegnativi. Se non vi siete tolti i guanti forse li avete falliti. Se li avete falliti non crucciatevi, anche i due francesi arrivati dietro ad Eugenio Bianchi, il vincitore, hanno fallito monkey bar e corda. Se avete fallito la palla di neve sappiate che anche ad Eugenio è andata male. Allenatevi con i ghiaccioli fin da questa estete. Consiglio, la prossima volta prima fate due o tre palle di prova e provate a lanciarle. Magari trovate una misura e più confidenza subito prima di arrivare all’ostacolo. Se avete fallito altri ostacoli sappiate che erano anche loro difficili soprattuto per la temperatua bassa e che sicuramente potrete far meglio la prossima volta.
Che cosa abbiamo imparato
Questo lo chiediamo a due coach certificati SGX che hanno corso con noi, Mattia Franceschi del Team INVICTUS e Manuel Di Geronimo.
Manuel, che cosa si poteva migliorare nella attrezzatura?
L’abbigliamento è stato uno dei temi maggiormente trattati dagli atleti nel pre-gara non sapendo come vestirsi adeguatamente.
Due giorni prima della gara Spartan Race Francia aveva comunicato il divieto di usare tasselli in metallo e qualsiasi accessorio aumentasse il grip con il terreno (per motivi di sicurezza, i tacchetti potevano ferire altri atleti, ndr).Quindi la prima cosa era una scarpa adeguata che non scivolasse eccessivamente, non pesante e che non si bagnasse.Per quanto riguarda il resto dell’abbigliamento visto la bella giornata non richiedeva di vestirsi eccessivamente ma era consigliato di coprirsi le mani con guanti adeguati e, di toglierseli ad ogni ostacolo visto la facilità di scivolare.
La preparazione di una gara come questa richiedeva una preparazione totalmente differente da ogni altro tipo di gara OCR. Personalmente sono il primo che si è trovato non adeguatamente preparato. Infatti essendo stata quasi tutta in salita, con neve alta e fresca ha lasciato ben pochi spazi alla corsa rendendola una lunga camminata, magari veloce ma estremamente dura.Ottenere un buon risultato in una gara simile prevedere di essere atleti straordinari molto forti sulle gambe, soprattutto in polpacci e quadricipiti.
Un atleta ben allenato per questa gara è un atleta molto forte nella corsa in salita e in discesa, allenato specificamente e con esperienza.
Mattia, che cosa non avevi previsto o previsto in parte?
Ciao a tutti! La gara è stata davvero fantastica, partendo dal contesto di Valmorel al livello agonistico veramente alto.
Noi con il nostro Invictus team ci eravamo attrezzati al meglio prevedendo l’abbigliamento giusto mentre ho visto gente correre con scarpe da running a suola liscia e rischiare quindi di farsi male sul serio.
Noi abbiamo testato la corsa in salita e soprattutto su neve compatta, ma sapevamo che comunque (la corsa, nbdr )sarebbe stata un’incognita per via della neve fresca.
Siamo rimasti sorpresi però che questa sprint si sia sviluppata su 9km e il dislivello non fosse quello dichiarato. L’effetto sorpresa in una spartan ci deve essere, perchè così mette in risalto ancor di più i migliori spartani, però credo che sia doveroso rispettare le dichiarazioni iniziali, dal chilometraggio al dislivello, in modo tale che chi corre riesca ad analizzare la sua gara e dosare le sue forze.Io penso che questa esperienza, comunque positiva, sia stata un ottimo modo per verificare a che livello siamo con la preparazione per le spartan (e OCR) italiane e cosa ci è mancato in queste settimane.
Ho imparato che non basta accontentarsi di vedere dei semplici miglioramenti, ma bisogna lavorare sodo ancora di più. Si devono simulare situazioni sempre più complesse e varie prima di una gara per non arrivare al giorno “X” impreparati. Partendo dall’abbigliamento, agli ostacoli alle varie dinamiche di cambi ritmo e pendenza.
Ora, come dopo ogni gara, ognuno di noi è sempre più consapevole dei propri errori e delle proprie debolezze su cui deve lavorare.