Mica male la neo mud Verona Power Run
di Agnese SONCINI
Dalla Monza Power Run (per chi il giorno prima avesse partecipato anche a quella) alla Verona Power Run in cinque minuti, fuori dall’uscita dal casello di Verona Nord, arrivo subito al punto di partenza ma sono costretta a girare ancora un po’ per trovare parcheggio, A PAGAMENTO! Unico grande punto nero di questa gara, ma la cosa era inevitabile dato che la corsa è stata allestita in pieno centro e si sa Verona è una città d’arte sempre piena di turisti.
Partenza prevista per le 9 e con massimo 500 iscritti, con possibilità di iscriversi sul posto, la procedura di ritiro pacco gara e del pettorale sembra essere fluida e veloce. Apri la busta di iscrizione e tadan non c’è il chip, beh essendo una corsa non competitiva a numero chiuso con un basso costo di iscrizione (15-20 euro) direi che non ci sono problemi; però se l’anno prossimo la vogliono mettere tra le tappe del campionato mud run bisognerà provvedere ai chip. Leggero riscaldamento e via in prima fila come sempre ad aspettare lo start assieme ai più agguerriti mudders (qua e là anche qualche enorme rugbista). Ma come in ogni mud run, per allentare un po’ la tensione e partire a correre col sorriso basta girarsi e guardare lo spettacolo dei corridori in maschera (nelle mud run si scherza sul serio, ndr) e come sempre non possono mancare le Sailor Moon di turno o sposini in viaggio di nozze.
Percorso
Il percorso si sviluppa in pieno centro storico medievale e tra bastioni, porte d’ingresso e ponti non mancano saliscendi e gradinate taglia gambe. Nonostante la location, acqua e fango erano presenti grazie all’idea di utilizzare l’impianto di irrigazione delle zone verdi.
Il gran numero di volontari disseminati tra la zona sterrata e d’asfalto ha fatto si che nessuno si perdesse e facesse qualche chilometro in più, come talvolta accade. Gara di prima mattina e un fresco venticello a rinfrescarci, hanno reso più piacevole la gara rispetto alle torride mud run delle scorse settimane; il singolo punto di ristoro a metà percorso è stato più che sufficiente se si partiva ben idratati.
Ostacoli
Unico round e unico percorso da 7 km in cui si sono susseguiti 16 ostacoli di varia sorta escluse tutte le gradinate di cui una fortezza medievale può essere dotata. C’erano sia i classici ostacoli (arrampicata su rete di balle di fieno, pozzanghera di fango e passaggio su tappeto di pneumatici) e sia ostacoli goliardici (scivolo con schiuma), ma anche un’originale ponte tibetano e una strategica arrampicata su corda con tocco della campanella messa tra i penultimi ostacoli che ha frenato i più veloci ma aiutato i più abili e agili, perché ricordatelo una mud run non è una semplice corsa.
La grande quantità di percorso sterrato e le risalite ha comunque avvantaggiato chi viaggiava con scarpe dotate di un buon grip, magari pipate il giorno prima con cacciavite per drenare meglio l’acqua e il fango.
Premiazioni
Ovviamente in questa mud run non competitiva, oltre a premiare la prima donna (Lucia Silvello) e il primo uomo (Jagbir Singh che hanno tagliato il traguardo, sono stati premianti i concorrenti con i costumi più goliardici, i 2 senior , il team più numeroso e il partecipante arrivato da più lontano, in questo caso un’austriaco Andrea Wierer in vacanza dai parenti perché c’è sempre una buona scusa per iscriversi ad una mud run.